venerdì 17 gennaio 2014

Dieta mediterranea e sostenibilià in due volumi

Presente anche la "vera" storia del riconoscimento Unesco

Raccontato in due volumi del CIHEAM il binomio

Dieta Mediterranea e sostenibilità

Roberto Capone e Stefania Lapedota hanno curato la pubblicazione

di "MediTerra" e  "DM modello di alimentazione sostenibile"

 


Di recente vengono spesso accomunati tra loro la Dieta Mediterranea ed il concetto di sostenibilità, a suggellare e a dare importanza a tale binomio vi è ora la pubblicazione di due volumi realizzati dal CIHEAM di Parigi e dalla sua sede italiana di Bari.

 



Il primo si intitola "MediTerra – La dieta mediterranea per uno sviluppo regionale sostenibile" ed è una sintesi, in italiano, del rapporto Mediterra 2012: The Mediterranean Diet for sustainable regional development, con il coordinamento editoriale della versione italiana a cura di Roberto Capone. Il rapporto raccoglie 22 contributi di 49 esperti internazionali articolati attorno a queste otto grandi tematiche: origini e costruzione della dieta mediterranea; alimentazione e dinamiche socioculturali; ambiente e biodiversità; responsabilità sociale degli attori; produttori e distributori nel comparto alimentare; diritto e commercio; salute e sicurezza alimentare; politiche e interventi pubblici. Al pari delle precedenti edizioni, il volume MediTerra suggerisce delle chiavi di lettura e offre degli elementi di analisi destinati al grande pubblico e alla platea di attori che operano nella regione mediterranea. Più in generale, Mediterra cerca di collocare le questioni dell'agricoltura e dell'alimentazione alla base del dibattito scientifico e politico sul Mediterraneo e di porre la riflessione su questa area strategica al centro della discussione riguardante la sicurezza alimentare e lo sviluppo agricolo dl mondo.

 



Il secondo volume, introdotto da Cosimo Lacirignola, segretario generale del Ciheam e direttore della sede italiana, e curato da Roberto Capone e Stefania Lapedota, ha per titolo "Dieta Mediterranea – Modello di alimentazione sostenibile". Descrive come la Dieta Mediterranea sia una risorsa culturale per lo sviluppo sostenibile del Mediterraneo, una parte integrante del patrimonio sociale, storico, economico, artistico e paesaggistico dei popoli della Regione. Essa rappresenta uno stile di vita importante, sia come patrimonio comune a tutta l'area, sia quale espressione delle singole comunità che la compongono. Racconta anche come questo modello di alimentazione, grazie alla varietà di prodotti ed alla possibilità di abbinare un'infinità di sapori che incontrano il gusto di milioni di consumatori, non sia solo un modo di cibarsi, ma l'espressione di un intero sistema culturale improntato alla salubrità, alla qualità degli alimenti ed alla specificità territoriale. Un modo di nutrirsi apprezzato in gran parte del mondo e che va assolutamente salvaguardato.

 

Inoltre, a chiarire una volta per tutte il reale iter che ha portato all'importantissimo riconoscimento UNESCO della Dieta Mediterranea quale "Patrimonio immateriale dell'umanità", viste le tante versioni circolanti, in quest'ultimo volume vi si trova anche la documentazione del supporto fornito dal CIHEAM per l'ottenimento del prestigioso risultato e l'importante contributo dato alla redazione del dossier di candidatura ed alle azioni di "salvaguardia" di tale patrimonio avviate a seguito di tale riconoscimento e che sono in continua evoluzione.

Conferenze e seminari internazionali, creazione di network di esperti nazionali ed internazionali, pubblicazioni su riviste scientifiche, riunioni dei Ministri dell'Agricoltura dei Paesi membri del CIHEAM (Atene 2001, Saragozza 2008, Istanbul 2010, Malta 2012) rappresentano gli strumenti utilizzati dal Centro per difendere questo stile di vita mediterraneo dal pericolo di "erosione" in atto che è il vero motivo per cui esso è stato riconosciuto patrimonio intangibile dell'umanità dall'UNESCO che, lo ricordiamo, rappresenta l'Organizzazione delle Nazioni Unite per la cultura e l'educazione.

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Le pubblicazioni sono gratuitamente scaricabili dal sito dietamediterranea.iamb.it

Ulteriori info possono essere richieste alla seguente mail: infodietamed@iamb.it

 

Grazie per la gentile attenzione e pubblicazione.

I giovani di:

 

Dieta Med-Italiana Med-Italian Diet

Un'Italia da tripla A: agricoltura, alimentazione, ambiente


Novità in cucina: "La cucina curativa" di Alessandro Montedoro (Phasar Edizioni)

"La cucina curativa" di Alessandro Montedoro (Phasar Edizioni)
http://www.phasar.net/catalogo/libro/la-cucina-curativa



Il 90% delle malattie si curano mangiando, giusto?
Cioè nella maggior parte dei casi assumiamo una sostanza che produce una reazione nel nostro organismo e che di conseguenza apporta dei benefici.
Ricordiamo che molti dei farmaci che utilizziamo comunemente sono costituiti da principi attivi che, almeno in origine, sono derivati da erbe o piante medicinali.
E allora perché non "gustarcela" questa medicina?
Tutti sanno che le arance sono ricche di vitamina C che rinforza il sistema immunitario, o che il pesce è fonte di Omega 3 che è ricco di antiossidanti. Ogni alimento infatti ha delle proprietà benefiche che associate possono creare un vero e proprio medicinale, ma occorre trovare il giusto bilanciamento degli ingredienti per creare un piatto capace di curare i nostri mali e allo stesso tempo appagare i nostri sensi.
Un medico non ne sarebbe in grado da solo, ma con uno chef al suo fianco sicuramente sì.
Seguendo le mie ricette potrete gustare delle straordinarie pietanze capaci anche di portare benefici alla vostra salute.

"Mi chiamo Alessandro Montedoro e sono nato a Roma nel 1974, sono appassionato di cucina, viaggi e odio le medicine! Ecco perché ho creato questo libro in cui, combinando le giuste materie prime, sono riuscito a portare la medicina a tavola.
La mia è stata una vera e propria vocazione, infatti da sempre ho avuto amore per il cibo, tanto che in tenera età ho passato giornate intere a giocare con gli ingredienti per creare gusti nuovi e innovativi.
Questa passione coltivata negli anni si è trasformata in una vera e propria professione. Crescendo sono infatti diventato Executive chef di alberghi di lusso e con la mia passione ho allettato migliaia di palati. Ma ora la mia ambizione più grande è quella di poter contribuire a curare alcune patologie usando la cucina." (Alessandro Montedoro)

www.alessandromontedoro.it

"La cucina curativa" di Alessandro Montedoro (Phasar Edizioni)
http://www.phasar.net/catalogo/libro/la-cucina-curativa
Prezzo: 17,00, Prezzo ebook: 6,99, ISBN: 978-88-6358-117-1, PAGINE: 364, Anno pubblicazione: 2011, Genere: Cucina

Visita il sito dell'autore
http://www.alessandromontedoro.it/

Scarica l'anteprima del libro in formato PDF
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giovedì 19 maggio 2011

Articolo: "Come aprire un agriturismo sostenibile" di Gaia Tomasi

"Come aprire un agriturismo sostenibile" di Gaia Tomasi

Aprire un agriturismo, per vivere immersi nella natura e fare della passione per l'ambiente un lavoro stimolante, è un desiderio di molti. La diffusione degli agriturismi in Italia è stata piuttosto forte soprattutto negli ultimi 15 anni, anche grazie ad una sempre più ampia coscienza del valore di luoghi come questi.
L'agriturismo è prima di tutto un'impresa agricola. Le attività legate all'ospitalità e al ristoro sono quindi "annesse", perché fornite da un'impresa che si occupa essenzialmente di agricoltura o allevamento. E' in questa ottica che bisogna affrontare l'impresa: pragmatismo, ma senza trascurare l'aspetto romantico di un lavoro così.
Se il nostro agriturismo sarà green, si deve quindi considerare la possibilità di darsi all'agricoltura biologica o all'allevamento tutto naturale. E poi, se non si hanno già competenze in materia, è fondamentale iscriversi ad un corso di management dell'impresa agricola.

Come abbiamo già detto, per iniziare un'avventura come questa, occorre avere i piedi ben piantati per terra: l'agriturismo deve offrire prodotti prodotti locali, quindi l'organizzazione deve funzionare alla perfezione. Gli ambiti lavorativi coinvolti sono molto diversi tra loro, per questo è meglio farsi affiancare da persone qualificate: agricoltura biologica, allevamento, ma anche marketing, studi ed esperienza nella ristorazione e nell'ospitalità di turisti e visitatori, bisogna essere pronti ad affrontare ogni parte del lavoro con la stessa serietà.
L'agriturismo sostenibile non può fare a meno di dotarsi delle più avanzate tecnologie per il risparmio energetico: pannelli solari e serbatoi per l'acqua, per iniziare.
Esistono finanziamenti italiani ed europei per gli agriturismi, che vanno sommati agli incentivi per le energie rinnovabili per le imprese.
Per conoscere le novità del settore, vi segnaliamo il sito dell'Associazione Nazionale per l'Agriturismo (http://www.agriturist.it/agriturist.php?IdCategoria=3&IdSottomenu=5), l'Ambiente e il Territorio.

Al via il primo corso di cucina professionale della pizza


Al via il primo corso di cucina professionale della pizza

Per professionisti e non, nella terra della mozzarella e delle coltivazioni di pomodori e oliveti, è nato il primo corso di cucina professionale della "pizza", grazie alla collaborazione della scuola di cucina "Dolce&Salato" di Maddaloni (Caserta), rappresentata dallo chef Giuseppe Daddio, della storica pizzeria "Pepe" di Caiazzo, con il Maestro Franco Pepe, e dei Molini San Felice di Cimitile di Nola.
"L'iniziativa – ha dichiarato Domenico Ragosta, amministratore dei Molini San Felice – è finalizzata a rispondere a un'importante esigenza del mercato: l'assenza di pizzaioli. C'è grande domanda infatti di questa figura, anche nel settore della ristorazione. Così, confrontandoci con il Maestro Pepe e lo chef Giuseppe Daddio, abbiamo deciso di investire nella realizzazione di due corsi per pizzaioli. Il primo proiettato all'insegnamento dell'abc della pizza, il secondo corso finalizzato invece all'abbinamento della pizza al settore della ristorazione e quindi della cucina".
Il primo corso – ha spiegato Franco Pepe – si chiama 'Pizza Verace', e si terrà dal 19 al 21 settembre 2011. Si partirà dalla spiegazione tecnica degli ingredienti della pizza, quindi come come lavorarli e infine come cuocerli. In questo caso lavoreranno al nostro fianco i tecnici del Molino San Felice, che ci illustreranno le caratteristiche delle varie tipologie di farina, prodotte dall'azienda".
La seconda fase è prevista per dicembre, dal 5 al 7, con "La Cucina sulla Pizza", un'interpretazione originale a firma del Maestro Pepe e dello chef Daddio, con un occhio di riguardo alle tipologia di pizza più in voga nel mondo della ristorazione.
Ed è proprio lo chef di "Dolce&Salato" a far presente come "la pizza sia ormai un ingrediente principale di ogni pasto a livello internazionale. Si parte dal presentarla al posto del pane in attesa degli antipasti, accompagna i primi con abbinamento alla pasta e nei secondi addirittura può diventare letto o involtino sposando sia carne che pesce. La pizza può essere anche elemento centrale del dolce, anche il più raffinato, perché la cucina è creatività e ricerca di sapori, ma alla base ci vuole la conoscenza della materia prima, solo così si può far evolvere una passione. Ecco perché abbiamo deciso di partire dall'Abc".

Per saperne di più: http://www.molinosanfelice.it/

fonte Catering News - giornale della ristorazione e dei consumi fuori casa

giovedì 30 settembre 2010

Parte dal Salento la new wave della "Cucina mediterranea" con un libro di Capone Editore

Giorgio Cretì, "La cucina mediterranea", Capone Editore, Lecce 2010

Con la locuzione dieta mediterranea generalmente la medicina tradizionale intende un regime alimentare particolare costituito di pasta (non troppa), pane (non troppo), frutta e ortaggi (in quantità), moderatamente arricchito di carne bianca e pesce; il tutto condito con olio d’oliva. È concesso un bicchiere di vino rosso a pasto.
Si ritiene che tale modo di alimentarsi sia il più sano oggi conosciuto, in quanto gli studi epidemioligici degli ultimi 40-50 anni hanno dimostrato che le popolazioni mediterranee soffrono meno di quelle nordeuropee e americane di malattie cardiovascolari e in particolare di cardiopatia ischemica; in più si ritiene che tale dieta riduca il livello ematico di grassi ed aumenti il livello di antiossidanti come le vitamine C ed E. È stato, inoltre, osservato che il 40% delle calorie assunte dalle popolazioni mediterranee viene dai lipidi, cioè in particolare dall’olio d’oliva.
Nel 1970, lo studioso americano Anchel Keys diede alle stampe un libro (Coronary Disease in Seven Countries) che suscitò grande scalpore: in esso si affermava che in Grecia e in Italia i decessi per malattie cardiovascolari erano molto ridotti rispetto agli Stati Uniti d’America. Keys attribuì gran parte del merito all’uso che si faceva in Italia, in Grecia ed in altre regioni mediterranee, quasi esclusivamente dell’olio di oliva. Altri studi successivi, anche italiani, hanno confermato le sue scoperte e alla fine si è giunti alla conclusione che per difendersi dalle malattie tipiche della civilizzazione, della civiltà della fettina da noi scoppiata dopo la seconda guerra mondiale, si doveva ricorrere ad una dieta contenente un basso livello di grassi saturi e ricchi, invece, di acidi grassi poli- o monoinsaturi, alti livelli di carboidrati complessi e fibre. Andava utilizzato l’olio d’oliva. In parole povere si rivalutavano i farinacei e l’alimentazione povera dei nostri nonni veniva promossa a dieta ideale. Nel 1995, Keys pubblicava Mediterranean Diet and Public Health: Personal Reflection, confermando le sue teorie già esposte in precedenza.
Ma chi era Ancel Keys? Ancel Benjamin Keys era uno scienziato americano, nato il 26 gennaio 1904 e morto il 20 novembre 2004, che aveva passato la sua vita a studiare l’importanza della dieta, del tipo di alimentazione di certe popolazioni, sulla salute dell’uomo. In particolare si era reso conto che i grassi contenuti in diete differenti, in alimentazioni differenti, portavano a risultati clinici diversi. Visse per una quarantina d’anni a Pioppi di Pollica nel Cilento dove si alimentò di piatti poveri basati sulle verdure, sui legumi, sulle paste fatte in casa, sul pesce e assumeva solo il grasso dell’olio d’oliva, alimentazione che ha avuto la sua importanza se gli ha fatto superare il secolo di vita; anche se bisogna oggi affermare che, evidentemente, il suo organismo era immune dal rischio oncologico, da quello diabetico, etc. Come egli stesso scriveva nel 1977, si nutriva di pasta in many forms, leaves sprinkled with olive oil, all kind of vegetables in season, and often cheese, all finished off with fruit and frequently washed down with wine [vari tipi di pastasciutta, ortaggi a foglia conditi con olio di oliva, tutti gli ortaggi di stagione, spesso il formaggio, la frutta che conclude il pasto e il vino che lo annaffia!]. Era l’alimentazione tradizionale del Cilento, dove si era stabilito, come lo era più o meno quella di tutte le popolazioni influenzate dall’areale dell’oliivo intorno al Mediterraneo. Le foglie (leaves) erano state da sempre la risorsa più a buon mercato del territorio e se, questa, non poteva costituire da sola la base fondamentale dell’alimentazione, era necessaria a determinare la sensazione di sazietà. Era anche utile, cosa importantissima, alla buona digestione. Se le popolazioni interessate avessero potuto nutrirsi tutti i giorni con la saporita e sostanziosa spagnola olla potrida, o con il napoletano pignato ‘maretato, l’avrebbero fatto volentieri, ma non potevano – almeno in quantità da saziarsene – ed usarono il loro ingegno gastronomico per render buoni, prelibati, i cereali, soprattutto i loro derivati, e le foglie, sia coltivate che agresti.
Oggi, più del 50% degli ortaggi freschi conosciuti provengono da specie americane, da noi introdotte dopo la scoperta dell’America ed affermatesi nel corso dei secoli successivi. Osservando bene, però, salta all’occhio il fatto che dall’America sono arrivati solo frutti (pomodori, peperoni, zucche, zucchine – fanno eccezione le melanzane), tuberi (patate, batate, topinabur), semi (fagioli e fagiolini). L’America non ci ha mandato un solo ortaggio da foglia. Cicorie, cavoli, bietole, spinaci, cardi sono tutti ortaggi del Vecchio Mondo, dove la loro colltura è stata praticata sin dall’antichità più remota. A tale proposito, Plinio sottolinea l’importanza storica e sociale della coltivazione degli orti e ricorda con nostalgia i tempi in cui erano molto ammirati “i giardini delle Esperidi, e del re Adone, e del re Alcinoo; e poi anche i giardini pensili fatti allestire da Semiramide o da Siro, sovrano dell’Assiria”. Degli orti Plinio descrive anche le tecniche colturali. Nel suo secolo si consumavano, come attestato da Apicio, bietole, cavoli, cicorie, lattughe, cardi, ortaggi da foglia, anche se non erano sconosciuti prodotti come le rape e le carote. Non parliamo poi delle bulbose - cipolle, porri, agli - ch’erano prodotti di largo consumo in Egitto e nelle civiltà mesopotamiche. Lo stesso Plinio ci dice poi che il burro era sì conosciuto, ma veniva adoperato soltanto come medicamento.
Avvicinandoci ai nostri tempi e come puntigliosamente dimostrato da Emilio Sereni nel 1958, i Napoletani, prima dell’epiteto di mangiamaccheroni si portavano appresso quello di mangiafoglia e ancora oggi nell’Italia meridionale il corrispondente di ortaggio è foglia o foglie; sono foglie i cavoli (anche se poi se ne mangiano i racemi detti broccoli), le cime di rapa, le cicorie (anche se si consumano solo le punte); semmai ci sono due categorie generali: foglie coltivate e foglie agresti, cioè selvatiche.
Ai primi del secolo XVII, nel 1614 per l’esattezza, il modenese Giacomo Castelvetro, che era fuggito dalle prigioni di Venezia per sottrarsi all’Inquisizione ed era riparato in Inghilterra come rifugiato politico, avendo nostalgia della sua terra scrisse un trattato che intitolò: “Brieve racconto di tutte le radici, di tutte l’erbe e di tutti i frutti che crudi o cotti in Italia si mangiano”. Non usa il termine ortaggio, ma parla di “erbaggi”, che può benissimo tradurre il termine “foglia”, e annota che “gl’Italiani mangiano più erbaggi e frutti che carne”; per due motivi: primo perché “la Bella Italia non è tanto doviziosa di carnaggi”, secondo perché in Italia “nove mesi dell’anno caldo vi fa” e si preferiscono i “frutti e [gli] erbaggi che ci rinfrescano e non ci riempiono di tanto sangue”.
Tutto questo per dire che pur riconoscendo i buoni effetti sulla salute della dieta mediterranea, qui non si vuole in nesssun modo imporre regole salutiste; si propone soltanto una raccolta delle ricette più appetitose della tradizione o delle tradizioni mediterranee che ancora sopravvivono e che, dato il loro successo anche sulle nuove generazioni, sembrano ancora ben radicate. Non si fa distinzione, come avviene nei menu dei ristoranti, tra antipasti, primi, secondi, etc. La tradizione non ne faceva. Inoltre, per la realizzazione di alcune ricette, come il farro alla romana, la cicoria selvatica alla salentina, etc., si ricorre all’impiego di grassi animali che conferiscono alla pietanza un sapore particolarmente gradevole.
Tuttavia l’autore e l’editore non possono non riconoscere l’importanza che all’alimentazione mediterranea tradizionale ha dato l’UNESCO, decidendo di tutelarla ufficialmente come patrimonio immateriale dell’umanità.

Salvo diversa indicazione, le ricette riportate in questo libro sono tutte per quattro persone.

La cucina mediterranea, Giorgio Cretì, Capone Editore, €12,00, isbn 9788883491306, pp. 160, a colori

venerdì 25 giugno 2010

La cucina veneta con 64 ricette del territorio



La cucina veneta con 64 ricette del territorio

Libro-ricettario dedicato alla cultura del gusto, e non solo, della cucina regionale veneta. Dopo un'introduzione sui prodotti tipici del Veneto, sono presentate ed illustrate 64 ricette tradizionali, divise in antipasti, primi piatti, secondi piatti e dolci.

La cucina veneta con 64 ricette del territorio,Morganti Editori €12, 2007, 112 p., ill., brossura, 2 ed.

martedì 22 giugno 2010

La cucina salentina. Storia, ricette, curiosità.



Il Salento è diventato negli ultimi anni una delle mete preferite dal turismo internazionale. Una regione antica dall'identità molto forte, ricchissima di tradizione e fortemente legata alle proprie radici. La cucina salentina rispecchia nella sua composizione classica l'anima di questo popolo e ne sintetizza la storia. Dal companatico agli antipasti, dai primi ai secondi di carne e di pesce, fino ai dolci, un menù completo della più tradizionale cucina del Salento accompagnato da una lista di vini generosi e forti. Tutte le ricette sono illustrate con immagini rappresentative, commenti tratti dalla cultura popolare e da testi in "dialetto nesciu".

La cucina salentina. Storia, ricette, curiosità, 2005, 63 p., ill., brossura, € 5,50, Associazione culturale Officine Ergot,Nda Press (collana Assaggi)

venerdì 11 giugno 2010



BONTON 2010
Un'edizione all'insegna del Buon Gusto e delle Buone Pratiche www.rassegnabonton.it

Torna dal 25 al 27 giugno la rassegna enogastronomica mediterranea Bonton, giunta quest'anno alla sua quinta Edizione e ospite della marina di Castellamare del Golfo, in provincia di Trapani.



Numerose sono le novità di questa nuova edizione, che consapevole delle problematiche ambientali, della necessità di tutelare il tonno rosso (ma non solo) dal rischio di estinzione e di sostenere una pesca consapevole, ridefinisce anche concettualmente i suoi contenuti.
Bonton, sinonimo di buone maniere, diventa vetrina di Buone Pratiche, un laboratorio ideale del Buon Gusto di una rinnovata attenzione volta a preservare il patrimonio ittico dei nostri mari, senza rinunciare ai piaceri della tavola.
Bonton prosegue poi il suo cammino d'incontro, conoscenza e scambio tra le diverse culture mediterranee, valorizzando l'esperienza dei pescatori e ristoratori locali e mettendola a confronto con altre, sottolineando così la propria dimensione internazionale. Ogni anno infatti Bonton, grazie alla collaborazione con il giornalista "gastronomade" Vittorio Castellani ospita delegazioni da altre regioni italiane e paesi del Mare Nostrum: dopo la presenza della Catalunya (Spagna) nel 2009, quest'anno sarà ora la volta della Tunisia

In sintonia con queste sensibilita’ verranno organizzati:

Il Convegno
“La pesca e la trasformazione dei Grandi Pelagici, condizione attuale e tendenze”.
Organizzato dal’AGCI agrital

Le Officine del Buon Gusto
Accattivanti showcooking di cucina mediterranea, animate dal giornalista "gastronomade" Vittorio Castellani, nei panni di Chef Kumalè e dai suoi ospiti, vedranno come protagonisti i migliori ristoratori di Castellamare del Golfo, della Provincia di Trapani e di altre regioni e paesi mediterranei.

I Talk Food di Sensibilità Mediterranee
Nell'ottica di evidenziare e sottolineare la ricchezza di scambi e apporti tra le diverse culture mediterranee, particolarmente significative in ambito eno-gastronomico, non mancheranno gli incontri con studiosi ed esperti del patrimonio di cultura materiale.

GourMed
Rassegna di cucina siciliana nei ristoranti di Castellamare del Golfo

Bonton Market
Mercatino di prodotti mediterranei/siciliani di qualità

Wine Tasting
Degustazione di vini di importanti aziende vitivinicole locali, con esperti sommelier che guideranno attraverso analisi visiva, olfattiva e gustativa di vari vini per la conoscenza delle caratteristiche che rendono speciale ogni bottiglia.

Laboratori di Analisi Sensoriale
Guida all’analisi sensoriale che consente di misurare e valutare, grazie ai sensi umani, con criteri e rigore scientifico, cosa piace, a chi e perchè.

Eventi collaterali
Altri eventi collaterali avranno luogo nel bellissimo contesto della Tonnara di Bonagia (Valderice), dove sarà possibile visitare la “Torre” ed assistere a concerti all’interno del vecchio baglio.

PROGRAMMA

Venerdì 25 giugno 2010 | Castello di Castellammare del Golfo

Ore 18.00 Convegno
La pesca e la trasformazione dei Grandi Pelagici, condizione attuale e tendenze
Organizzato dall’Associazione Generale Cooperative Italiane - Settore Agro Ittico Alimentare [AGCI Agrital]

Ore 19.00 Apertura rassegna

Ore 19.15 > 23.00
Benvenuti a Bonton 2010 !
Apertura delle Isole del gusto a cura dello chef Gianni Zichichi del Ristorante Nannì di Trapani

Ore 19.30 Sapori & lettori
Presentazione del libro di "Non più Mille" di Giacomo Di Girolamo, Antonella Genna, Francesco Timo

Ore 20.00 Cucina d’autore
Showcooking di cucina mediterranea con lo chef Rosario Ventimiglia (su prenotazione)

Ore 20.00 Alla scoperta dei Sensi...
Laboratorio di Analisi Sensoriale di a cura di Agostino Parisi (su prenotazione)

Ore 21.00 Il Mediterraneo a tavola | Officina Gastronomica
La cucina di mare tunisina, a cura di Vittorio Castellani aka Chef Kumalé e Maher Allouche, chef del Ristorante Sport Nautique, Bizerte, Tunisia (su prenotazione)

Ore 22.00 Musica e animazione

A Bonagia Valderice

Ore 21 Concerto alla tonnara di Bonagia

Sabato 26 giugno | Castellammare del Golfo

Ore 18.00 > 23.00 Apertura rassegna e Isole del gusto

Ore 19.00 Sapori & Lettori
Presentazione del libro-ricerca "L’alimentazione degli italiani in Tunisia" di Marinette Pendola, talk food animato dai giornalisti Vittorio Castellani ed Enzo Tartamella

Ore 20.30 Alla scoperta dei Sensi...
Analisi sensoriale prodotti tipici siciliani a cura di Agostino Parisi

Ore 20.00 Cucina d’autore
Showcooking di cucina mediterranea con lo chef Marcello Valentino (su prenotazione)

Ore 20.00 Alla scoperta dei Sensi...
Laboratorio di Analisi sensoriale a cura di Agostino Parisi (su prenotazione)

Ore 21.00 Il Mediterraneo a tavola | Officina Gastronomica
La cucina di mare tunisina, a cura di Vittorio Castellani aka Chef Kumalé e Maher Allouche, chef del Ristorante Sport Nautique, Bizerte, Tunisia (su prenotazione)

Ore 22.00 Musica e animazione

A Bonagia Valderice...

Ore 21 Concerto alla tonnara di Bonagia

Domenica 27 giugno | Castellammare del golfo

Ore 18.00 Apertura rassegna

Ore 19.00 > 23.00 Le Isole del Gusto

Ore 19.30 Cucina d’autore
a cura dello chef Francesco Pinello e Marcello Valentino (su prenotazione)

Ore 20.00 Alla scoperta dei Sensi...
Laboratorio di Analisi sensoriale a cura di Agostino Parisi (su prenotazione)

Ore 21.30 Cucina d’autore
a cura dello chef Gianni Zichichi del ristorante Nannì di Trapani (su prenotazione)

Ore 22.00 Musica e animazione

Alla Tonnara di Bonagia/ Valderice

Ore 21 concerto alla tonnara di Bonagia

Tutti i giorni
> dalle 18.30 alle 22.00
Wine tasting degustazioni guidate,dei vini d’eccellenza della provincia di Trapani
> dalle 18.00 alle 20.00
visite guidate al museo del Castello di Castellamare del Golfo
> dalle 18.00 alle 20.00
visite guidate al mini museo del mare di Nino Paradiso

Tonnara di Bonagia/ Valderice
> sabato e domenica dalle 18.00 alle 20.00
visite guidate al Museo della Torre

Bonton accoglie i più piccoli riservando loro un’area appositamente attrezzata

BONTON e’ organizzato da Ps Advert e Trapaniwelcome
Con il patrocinio del Comune di Castellammare del Golfo
Camera di Commercio Di Trapani
Provincia di Trapani,
Comune di Valderice
AGCI Agrital

MORE INFO
Tel. 0923/538789
Mobile 340/2427212
Mobile 328/6170707
www.rassegnabonton.it

lunedì 31 maggio 2010

"Cibus Mazzini", intervista a Francesca Leone

Abbiamo avuto l'occasione io e Milù, nei tour gastronomici che ci coinvolgono e che ci portano in tutta Italia, di visitare una nuova e interessante realtà a Lecce. Il suo nome è "CIBUS Mazzini" (Via Lamarmora 4, angolo P.zza Mazzini, Lecce, 0832-289501). Vi accorgerete leggendo la conversazione che abbiamo avuto con la proprietaria, Francesca Leone, di quante innovazioni e nuovi modi di intendere il gusto e la ristorazione possano nascondersi nelle bellezze del Salento, una regione da scoprire.

Quando è che nasce il suo amore per la cucina e quando si trasforma in una vera e propria passione?

Come tutte le "mamme sessantottine", anche la mia ha fatto di me una donna indipendente e soprattutto in grado di seguire una casa nel concetto più ampio di famiglia. "... anche se poi non farai la casalinga - mi diceva - è bene essere pronte e capaci di gestire tutte le situazioni". Così aiutare mamma nel preparare un menù ed allestire la tavola per una cena informale o una ricorrenza, mi hanno fatto apprezzare da prima la buona tavola e poi il piacere di ricevere. Il tutto poi mi è tornato molto utile, nel periodo universitario, trascorso lì dove nessuno apprezzava una buona frisa per cena o il gusto del pasticciotto! È il mio carattere conviviale (sempre pronta a sfruttare un evento per stare assieme agli amici) che mi ha fatto continuare a cucinare per passione, condividere con gli altri le proprie creazioni, il frutto concreto ed immediato di qualcosa che tu stessa hai ideato! I complimenti e l'apprezzamento di quello che riesci a fare è facilmente intuibile quando i piatti si svuotano in fretta...

Cibus Mazzini, che dirige e cura con suo marito, è un 'avventura che ha una sua storia. Ce la vuole raccontare un po'?

Tutta? Lunga e tediosa..... forse! Nasce come sempre tutto da mia madre. Nel 1998 mio padre, imprenditore nella Gdo, ha avuto l'occasione di rilevare una piccola salumeria in piazza Mazzini a Lecce (Marazia) con l'obiettivo di regalare al capoluogo salentino un locale di degustazione e non solo d'acquisto per prodotti scelti e selezionati, oltre alla gastronomia d'asporto, punto di forza ormai da decenni della realtà che oggi è curata dalle mie sorelle in Piazzetta Partigiani. Allestito cun cura nei più piccoli dettagli grazie al girovagare per botteghe artigiane in cerca di complementi d'arredo e specifici "strumenti del mestiere", questo negozio si è trasformato più e più volte per rispondere ad esigenze commerciali pìù concrete, perdendo forse un pò quello spirito che lo ha visto nascere. L'ho sempre considerato l'eredità di mia madre e condividendo con lei quelle passioni e la voglia di lavorare con piacere ed in armonia, ho riportato la salumeria di quartiere prima ad un piccolo angolo di degustazione "mordi e fuggi", ora ad un accogliente e più eclettico luogo dove la convivialità si sposa con la cultura del mangiare bene del nutrirsi con gusto.
Quali sono i suoi piatti forti?

Paradossalmente quello che apprezzano di più i miei ospiti sono ortaggi e verdure di stagione, ma oggi elaboro dei primi piatti senza nome, con degli ingredienti che aggiungo in base alla mia creatività al momento di condire ed ultimare un sugo ed una pasta che solo in quel momento vedo farmi l'occhiolino dalla dispensa.

È vero che utilizza ingredienti che vanno bene anche per i celiaci? Come mai una scelta di questo tipo?

Ho un'amica celiaca, e da buona padrona di casa tutti devono gustare ed apprezzare un mio invito. Ha seguito il corso promosso dall'AIC e con l'aiuto del mio tutor ho notato come sia semplice realizzare menù per celiaci. Ho eliminato i problemi all'origine usando solo farine e pane grattato senza glutine, certo la mia pizza non è per celiaci, ma un buon sugo può condire tutti i tipi di pasta!

Unirete alla filosofia della cultura per il gusto anche quella per il gusto della cultura?

La mia bimba ha 4 anni e quest'impegno non ci permette di passare molto tempo insieme. Ad esempio un laboratorio per ragazzi, che sia artistico, musicale o semplicemente educativo mi dà la possibilità di insegnarle molto ed al contempo di stare insieme a lei. La lettura di un libro, l'ascolto di un brano musicale, la convivialità e lo scambio di opinioni ci aiutano a crescere nel confronto tra menti, idee e culture diverse. A tavola si parla, ci si incontra, ci si innamora....il cibo non è solo sostentamento, è passione, incontro, cultura ed i figli si formano soprattutto in questo. È una scuola semplice, informale e divertente ed io e mio marito abbiamo una figlia da crescere nel corpo e nello spirito, così è più semplice.

giovedì 23 ottobre 2008

Coniglio ai porri



Comperate mezzo coniglio già pulito, un mazzo di porri, olive fresche. Siamo nella stagione delle olive quindi è facile trovarne, sarebbe l'ideale riuscire a procurarsene il meno trattate possibili, cosa più facile nelle regioni con una ricca tradizione relativa alla produzione dell'olio d'oliva. Potete acquistare, altrimenti, delle semplici olive nere in salamoia. Prendete una padella a fondo piano del diametro di almeno 22 centimetri, con il fondo alto tre dita. Versate un po' d'olio nella pentola assieme ai porri tagliati a rondelle. Sistemate i 'fusi' di coniglio e gettate le olive. Accendete il a fuoco lento. Quando il coniglio e i porri incominciano a profumare versate un bicchiere di salsa di passata di pomodoro. Lasciate cuocere finché il coniglio non si ammorbidisce. Quello che andrete a servire sarà uno dei secondi più semplici e squisiti che possiate provare in una dolce serata d'autunno. Se volete potete accompagnare a un buon vino bianco, mentre se invece volete aggiungere un pizzico di sapore, oltre al sale che avrete utilizzato, potete gettare sul tutto una manciata di capperi. Buon appetito!